Sigarette: la FDA vuole ridurre la nicotina fino a un terzo dei livelli attuali

I produttori di sigarette potrebbero presto vedersi costretti a diminuire in modo netto la quantità di nicotina in quelle vendute negli Stati Uniti. La Food and Drug Administration americana ha infatti reso note le intenzioni di esplorare la possibilità di ridurre al minimo la sostanza responsabile della dipendenza dal fumo, fino a portarla a un terzo dei livelli attuali (dagli 1,5 milligrammi di nicotina per sigaretta agli 0,3-0,5 massimo per ciascuna).

Meno vite in fumo
Poiché è proprio la nicotina a rendere il pacchetto, per alcuni, irrinunciabile, si pensa che nel primo anno da un simile provvedimento già 5 milioni di fumatori potrebbero decidere di smettere. Entro il 2100, 33 milioni di persone, soprattutto giovani adulti e adolescenti, potrebbero evitare di diventare fumatori abituali. Se tutto andasse secondo le previsioni, si potrebbero evitare più di 8 milioni di morti per fumo entro fine secolo.

Effetti collaterali
Ci sono però alcuni fattori di cui tenere conto. La proposta di ridurre la nicotina nelle sigarette è nell’aria da tempo, ma alcuni critici pensano che possa incoraggiare un mercato nero di sigarette “caricate” di nicotina. Un altro rischio è che, sapendo che le “bionde” ne contengono meno, i fumatori le assaporino più a lungo, fino all’ultimo e a più ampie boccate, per incamerarne il più possibile (come già dimostrato in alcuni studi). Prima di procedere con l’esplorazione di questa possibilità, occorrerà valutare anche queste possibili conseguenze indesiderate.

Fonte: Focus Salute.

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